Sicurezza

Lo studio ha sempre dato il massimo livello di attenzione alla disinfezione per prevenire il rischio di infezioni crociate, ma a seguito dell’emergenza SARS-CoV-2 sono stati messe in atto ulteriori azioni prevedendo il distanziamento sociale tra i pazienti, aumentando i tempi tra un passaggio e l’altro al fine di aumentare i tempi di areazione dei locali ed i tempi di disinfezione dei riuniti. Viene inoltre effettuato un secondo passaggio sulle superfici con alcool 70% o ipoclorito 0,1% per l’inattivazione del coronavirus.

Gli strumenti utilizzati sono monouso oppure vengono sterilizzati in autoclave seguendo protocolli rigorosi, esattamente come avviene negli ospedali, e conservati in buste sigillate termicamente.

Ogni strumento viene immerso in un liquido disinfettante all’interno di una vasca ad ultrasuoni per consentire il distacco di particelle e materiali organici anche non visibili. Al termine di questa prima fase, viene lavato, asciugato accuratamente, imbustato e sterilizzato a vapore in autoclave a 135° per 45 minuti (autoclave di Classe B, attualmente la migliore in commercio, che sterilizza in maniera omogenea in ogni parte della camera). Viene inoltre memorizzato un file di riferimento del ciclo, il quale riporta le varie temperature raggiunte nelle differenti fasi per essere certi dell’avvenuta sterilizzazione, che viene archiviato.

Periodicamente inoltre si eseguono test biologici di corretta sterilizzazione: test chimici (strisce con indicatore colorato), test fisici (test di Bowie Dick), test batteriologici (spore). Tutte le superfici dello studio vengono protette mediante pellicole monouso e lavate, asciugate e disinfettate dopo ogni paziente, per garantire l’eliminazione di ogni microrganismo, spora o tossina, anche le più resistenti.